Pesticidi e inquinamento: una delle accoppiate di cui non vorremmo più sentir parlare. L’incessante utilizzo di fitosanitari nel settore agricolo, ha portato ad una serie di problematiche ambientali e di salute particolarmente importanti. Seppur lo scopo con cui vengono utilizzati questi prodotti sia quello di debellare in maniera mirata organismi nocivi per le colture, la realtà è che distruggono anche altri esseri viventi che abitano nel suolo e in altre piante, arrecando alla fine danni anche all’uomo.
Capiamo allora cosa sono i pesticidi e perché dovrebbero essere limitati, al fine di contenere e ridurre l’inquinamento ambientale.
Cosa sono i pesticidi e perché vengono utilizzati
I pesticidi sono sostanze chimiche, progettate per controllare o eliminare organismi nocivi come insetti, funghi e erbe infestanti. Il loro consumo è nato con l’intenzione di proteggere le colture e massimizzare la produzione agricola, riducendo le perdite dovute a malattie e parassiti. Tuttavia, l’eccessivo ricorso a tali sostanze, ha innescato impatti negativi sull’ambiente, con conseguenze significative anche sulla salute umana.
Attenzione: non confondere i fertilizzanti con i pesticidi
È fondamentale distinguere i pesticidi dai fertilizzanti, dato che è spesso oggetto di confusione. Mentre i fertilizzanti forniscono sostanze nutritive alle piante, i pesticidi sono concepiti per tutelarle da agenti patogeni. Pertanto i fertilizzanti agiscono a favore delle colture e del suolo, arricchendoli con nutrienti e alimentando la biodiversità. Anche se l’obiettivo dei pesticidi sarebbe comunque quello di proteggere la salute delle colture, la realtà è ben diversa.
Quali sono le tipologie di pesticidi?
I pesticidi sono classificati in base al bersaglio e alla loro composizione chimica. Ne esistono di diverse tipologie, tra cui:
- Insetticidi, volti a contrastare gli attacchi da parte di insetti nocivi;
- Erbicidi o diserbanti, che combattono le erbe infestanti;
- Fungicidi, destinati a debellare le malattie fungine;
- Anticrittogamici, che ostacolano le alterazioni prodotte da muffe, alghe e batteri;
- Acaricidi, per limitare la generazione degli acari;
- Nematocidi, utilizzati contro i nematodi o vermi del terreno.
Da nominare, infine, i cosiddetti fitoregolatori. Parliamo di ormoni vegetali, sfruttati per regolarizzare la crescita delle colture.
Come già ripetuto, questa ampia varietà di sostanze chimiche – sebbene efficace contro gli agenti patogeni – comporta rischi notevoli per l’ambiente, contribuendo attivamente all’inquinamento.
Pesticidi e inquinamento: perché inquinano? Sono semplicemente distruttivi
L’impiego incontrollato di pesticidi ha conseguenze disastrose sugli ecosistemi. I pesticidi, generalmente, non sono selettivi nel loro agire. Ne consegue che possono colpire sia gli organismi dannosi che quelli benefici. Questo può portare a un grave squilibrio ecologico (e biologico), causando una diminuzione di ciò che, invece, andrebbe difeso a tutti i costi: la biodiversità. Gli organismi non bersaglio, come insetti impollinatori, uccelli e altri animali selvatici, possono essere attaccati direttamente, o attraverso la contaminazione del cibo che costituisce la loro dieta.
Esistono pesticidi selettivi? Ad oggi sì e promettono di esaurirsi velocemente senza intaccare il suolo e tutti i micro organismi che lo abitano. Sono però ancora poco utilizzati e diffusi.
I fitosanitari e fitofarmaci possono accumularsi nel suolo, compromettendone la qualità e la fertilità, e dando vita ad un profondo inquinamento dei terreni, che influisce negativamente sulla florida crescita della flora del suolo e sulla disponibilità di nutrienti. Oltre a ciò, come se non fosse già abbastanza preoccupante, i pesticidi possono infiltrarsi nelle acque sotterranee, minacciando il livello qualitativo delle risorse idriche e causando danni agli ecosistemi acquatici.
È sempre bene ricordare peraltro che l’uso costante di pesticidi, sarebbe in grado di sviluppare un maggior livello di resistenza negli organismi nocivi. Questo si traduce in un impiego crescente di pesticidi sempre più potenti.
Un circolo vizioso distruttivo per l’ambiente, a cui nemmeno siamo immuni: i pesticidi creano danni alla salute umana tramite l’alimentazione.
Le tracce di pesticidi possono essere rinvenute nella frutta e nella verdura, rappresentando una minaccia per la sicurezza alimentare. L’esposizione cronica a queste sostanze, può contribuire a gravi problemi di salute, incluso il rischio di sviluppare effetti negativi al sistema nervoso centrale e al fegato. Questo solleva interrogativi cruciali sulla sostenibilità delle pratiche agricole attuali e la necessità di alternative più affidabili.
Pesticidi e Inquinamento: riassumendo
Come avrai già potuto capire, i pesticidi permangono nei terreni, nell’acqua e nell’aria prima di inattivarsi e generano un insieme di conseguenze negative, che concorrono ad alimentare l’inquinamento ambientale. Possiamo riassumere così tutti i danni derivanti nel seguente elenco:
- Deterioramento della biodiversità;
- Resistenza degli organismi nocivi;
- Inquinamento del suolo;
- Inquinamento delle acque;
- Impatto sulla catena alimentare;
- Rischio per la salute umana;
- Distruzione degli organismi benefici;
- Declino delle popolazioni di impollinatori;
- Impatto sulla qualità dell’aria;
- Effetti a lungo termine sulla fertilità del suolo;
- Minaccia per gli ecosistemi acquatici.
La biodiversità è sempre la soluzione
L’alternativa più sana e a impatto zero, è lo sfruttamento dei batteri naturalmente presenti nel suolo. Ci riferiamo, quindi, alla preservazione della preziosa biodiversità naturale, che rappresenta la chiave per affrontare i problemi ambientali causati dai pesticidi. Una ricchezza – e lo è davvero – che consente di promuovere una gestione agricola più sostenibile ed equilibrata.
D’altronde, la biodiversità favorisce la presenza di predatori naturali degli organismi nocivi, proteggendo gli insetti impollinatori che favoriscono, invece, la pollinizzazione naturale delle colture. Inoltre gli ecosistemi biodifferenti sono maggiormente resilienti alle malattie delle piante. La diversità genetica di queste ultime, può fornire una difesa naturale contro le malattie, riducendo la necessità di trattamenti chimici.
Investire nella biodiversità è una strategia a lungo termine per la sostenibilità agricola. È arrivato il momento per gli agricoltori di prendere parte della transizione ecologica. Per iniziare a difendere e a nutrire ciò che definiamo “biodiversità”, esistono diverse tecniche.
Pratiche agricole sostenibili, come la rotazione delle colture, la coltivazione di specie locali e l’impiego di tecniche agricole biologiche, possono contribuire a ridurre la dipendenza dai pesticidi. Gli agricoltori possono adottare approcci che mantengono l’equilibrio naturale degli ecosistemi, proteggendo sia le colture che l’ambiente.
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