Carbon Neutral e Carbon Negative: significato, benefici, ostacoli

I termini “carbon neutral” e “carbon negative” sono centrali in quello che, ormai, è assai acceso dibattito sulle energie sostenibili. Entrambi mirano a ridurre o neutralizzare l’impatto della CO₂ sull’ambiente, ma differiscono nel livello di efficacia e negli obiettivi di lungo termine.

A questo punto, sorgono spontanee le domande: questi due termini, spesso usati impropriamente, a cosa si riferiscono? Come raggiungere tali condizioni?

 

Carbon Neutral: emissioni neutre di CO₂

Essere “carbon neutral” implica che un’attività o un sistema raggiungano un bilancio netto di emissioni di CO₂ pari a zero. Un traguardo sicuramente essenziale per limitare l’impatto sull’ambiente e contribuire agli obiettivi di sostenibilità globale. Questo risultato si ottiene attraverso un bilanciamento tra la quantità di CO₂ emessa e quella rimossa o compensata, il cui calcolo richiede un’analisi accurata dell’intero ciclo di vita del prodotto o processo, dalla produzione al consumo finale.

Le strategie per raggiungere la carbon neutrality si basano su diverse iniziative di compensazione. Una delle più comuni consiste nella riduzione delle emissioni alla fonte, ad esempio adottando fonti di energia rinnovabile, ottimizzando i processi produttivi o impiegando tecnologie a bassa intensità di carbonio. 

Altre azioni di compensazione comprendono il finanziamento di progetti di riforestazione o forestazione, che sequestrano CO₂ assorbendola dall’atmosfera. O, ancora, l’acquisto di crediti di carbonio, certificati negoziabili che rappresentano una riduzione effettiva di CO₂ ottenuta da progetti sostenibili in altre località.

L‘Unione Europea si è posta l’ambizioso obiettivo di diventare carbon neutral entro il 2050, puntando a ridurre drasticamente le emissioni di gas serra e promuovendo una transizione ecologica che coinvolga tutti i settori, dall’industria all’agricoltura.

 

Carbon negative: oltre la neutralità e verso la riduzione attiva della CO₂

Essere “carbon negative”, invece, significa che un sistema o un’attività rimuove più CO₂ dall’atmosfera di quanta ne emetta. Questa modalità porta a un bilancio negativo di emissioni e va oltre la “semplice”, se possiamo così classificarla, neutralità climatica. Questo risultato è possibile solo grazie a processi che non si limitano a compensare le emissioni, ma che sequestrano attivamente CO₂ a lungo termine, contribuendo così alla riduzione dell’eccesso di gas serra già presente in atmosfera.

Uno dei principali metodi per diventare carbon negative è l’utilizzo di materiali come il biochar, carbonio stabile e inerte che può essere aggiunto al terreno. 

Durante la produzione del biochar, attraverso processi come la pirolisi della biomassa, una parte del carbonio assorbito dalla pianta durante la sua crescita viene intrappolata in una forma “recalcitrante” e a lenta decomposizione. In questo modo, impedisce che ritorni velocemente in atmosfera sotto forma di CO₂. Questo tipo di sequestro è considerato carbon negative perché, pur partendo da biomassa che ha assorbito CO₂ atmosferica, il processo di produzione e applicazione trattiene in modo duraturo il carbonio nei terreni.

Per “duraturo” intendiamo “centinaia di anni”.

Oltre al biochar, anche altre tecnologie contribuiscono a questo obiettivo, come il Direct Air Capture (DAC), che cattura la CO₂ direttamente dall’aria, immagazzinandola sottoterra. Tuttavia, il raggiungimento di un impatto carbon negative non si limita alla tecnologia impiegata, ma richiede un approccio olistico che consideri l’intero ciclo di vita del sistema e le sue emissioni complessive. 

 

Agricoltura sana, carbon neutral e carbon negative

 

Carbon neutral e carbon negative: benefici e ostacoli 

Passare da un’economia carbon neutral ad una carbon negative, è un traguardo ambizioso, molto complesso ma che appare strettamente necessario. Mentre il primo approccio riduce l’impatto delle attività umane, il secondo crea un vero e proprio effetto rigenerativo, essenziale per bilanciare “l’eccesso” di carbonio immesso in atmosfera.

La concentrazione attuale di CO2 ha superato i 420 ppm, segnando un incremento del 50% rispetto ai livelli ricostruiti alla fine del XVIII secolo. Quanto deve essere il valore di CO2 limite? 1000 ppm CO2: il valore limite per una buona qualità dell’aria. Per avere una qualità dell’aria davvero buona non si deve superare il limite di 1000 ppm di CO2. Anche se vi sono molte diatribe nel mondo scientifico sulla correlazione tra CO2, che è l’alimento del mondo vegetale, e cambiamenti climatici, sia chiaro che è il vapore acqueo, il maggior gas serra. Il vapore acqueo è anche l’elemento di maggior importanza nel produrre il meccanismo di feedback (retroazione) sul nostro sistema climatico ed inoltre amplifica il riscaldamento provocato dall’aumento di CO2.

Questo feedback spiega perché il clima sembrerebbe così sensibile al riscaldamento prodotto dalla CO2 atmosferica. Peraltro, noto che la CO2 non è un inquinante, va detto che sebbene sotto certi aspetti la CO2 possa essere considerato tale (come nel caso della acidificazione degli oceani, è una considerazione limite), il maggior impatto ambientale della anidride carbonica è conseguente alla sua qualità di gas serra. Pur essendo l’effetto serra di per sé un effetto che avviene normalmente in natura quando è troppo accentuato provoca un forte riscaldamento che ha effetti assai dannosi in agricoltura, per la salute e nell’ambiente in generale.

E ancora, la CO2 è stata anche molto più alta in un passato, pur relativamente remoto.  Quando i livelli di CO2 in passato erano alti, però, l’attività solare era bassa. L’effetto combinato del Sole e della CO2 corrisponde bene all’andamento del clima.

È indubitabile, concludendo, che l’influenza del sole nel cambiamento climatico sia preponderante. Le problematiche che viviamo sono un combinato di tutte le argomentazioni qui toccate, perciò la neutralità carbonica della attività antropica, è fondamentale.

https://iopscience.iop.org/article/10.1088/1674-4527/21/6/131

https://www.unina.it/-/26486448-riscaldamento-globale-e-tutta-colpa-del-sole

Carbon neutral verified

 

La transizione verso un’economia carbon neutral o addirittura carbon negative comporta sia benefici che, ovviamente, ostacoli impegnativi.

Benefici: una politica carbon neutral o, meglio ancora, negative, dovrebbe consentire di limitare il riscaldamento globale, migliorare la qualità dell’aria, ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici e preservare la biodiversità. Nel caso della strategia “negative”, otteniamo anche la rigenerazione dei terreni degradati, supportando le economie rurali e aprendo nuovi settori industriali legati alla cattura e allo stoccaggio del carbonio.

Ostacoli: entrambi i percorsi presentano sfide complesse. Il passaggio al carbon neutral o negative richiede investimenti iniziali spesso elevati, innovazione tecnologica e trasformazioni radicali nei settori dell’energia, dei trasporti e dell’industria. 

L’efficacia di tali strategie dipenderà dalla cooperazione globale e dalla disponibilità di finanziamenti e politiche pubbliche che possano superare questi ostacoli, bilanciando così costi e benefici per il bene dell’ambiente e della società.

Sistemi avanzati come quelli sviluppati da Reato Energie, che integrano tecnologie per la produzione di biochar e syngas, rappresentano un contributo concreto a questa visione. Adottare strategie carbon negative significa intraprendere un cammino verso un futuro più salutare, in cui l’energia e l’ambiente si integrano in un sistema rigenerativo. 

 

I prodotti di Reato Energie inseguono la neutralità carbonica globale

Il nostro AMBioton® è un biochar di alta qualità ottenuto tramite pirolisi pura di biomassa legnosa decorticata e vergine, realizzato con un processo, esclusivo per l’Italia, che lavora a basse temperature e in ciclo continuo. Questo metodo assicura un contenuto di carbonio stabile, superiore all’80%, e una qualità costante, con basso contenuto di ceneri e minima salinità. 

Grazie alla sua densità specifica e granulometria omogenea, AMBioton® è estremamente versatile e può essere impiegato in agricoltura biologica, risanamento dei terreni inquinati, bioedilizia, filtrazione di aria e acqua, alimentazione animale e persino farmaceutica.

La tecnologia di Reato Energie si pone come un modello per una rigenerazione climatica globale, dove il progresso tecnologico diventa una soluzione concreta e duratura per il nostro pianeta.

Perché il nostro mestiere è … migliorare l’ambiente in cui viviamo!

 

Natura incontaminata in montagna

 

Insegui la neutralità carbonica con i prodotti e l’attività “carbon negative” di Reato Energie

Se hai sviluppato la sensibilità e la consapevolezza necessarie a comprendere l’urgenza di agire oggi per un domani più vivibile, sai già quanto sia indispensabile fare scelte concrete verso la sostenibilità. 

Affidarsi a soluzioni, come quelle proposte da Reato Energie, è un impegno verso un ambiente rigenerato, un’agricoltura sana e un mondo che torna a respirare. 

Ogni decisione che supporta sistemi a impatto zero o addirittura carbon negative, non solo aiuta a mitigare i danni già fatti, ma contribuisce ad un futuro più prospero. 

Unisciti al cambiamento oggi, sii protagonista della differenza per il domani.